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Qual è il font più leggibile?

Per i tuoi nuovi cartelli vetrina, che per non andare a rubare spazio prezioso ai prodotti e alle decorazioni che popoleranno la tua esposizione, non saranno eccessivamente grandi. Per i tuoi striscioni pubblicitari, che verranno letti da lontano, anche da decine di metri di distanza. Ma anche per i tuoi espositori roll-up, per le tue bandiere pubblicitarie, per i tuoi manifesti: in tutti questi casi è fondamentale avere la certezza di stampare un testo che sia perfettamente leggibile. Ma da cosa è data la leggibilità di un testo stampato su un supporto pubblicitario? Ebbene, i fattori sono molti e diversi. Pensiamo per esempio al contrasto dei caratteri rispetto alla sfondo, a livello cromatico: delle scritte grigio chiaro su uno sfondo bianco possono perdere parecchio quanto a leggibilità, e lo stesso può accadere con il blu sull’azzurro, con il giallo sull’arancione, e via dicendo. É necessario insomma lavorare per contrasto, scegliendo due tonalità che possano lavorare bene da questo punto di vista. E ancora, è da tenere in considerazione ovviamente anche la grandezza del font, sapendo che delle lettere alte poche centimetri non potranno essere lette a decine di metri di distanza, così come delle lettere di pochi millimetri richiederanno al pubblico di essere a poche spanne. Nello scegliere la grandezza del font è quindi bene pensare attentamente a quale sarà la distanza di lettura del prodotto a stampa: nel caso di uno striscione pubblicitario potrebbe per esempio essere di 20 o 30 metri, obbligando quindi a scegliere dei caratteri alti almeno 20 centimetri! Ma non è tutto qui: anche la scelta stessa del font fa la differenza, in quanto esistono font più o meno leggibili.

Qual è il font più leggibile?

Ancora prima di vedere qual è il font più leggibile, può essere sicuramente utile vedere quali sono i font meno leggibili. E di certo, di caratteri che non aiutano la lettura ce ne sono tantissimi: parliamo di tutti quei font che mettono davanti l’estetica alla praticità, come per esempio tutti i caratteri calligrafici che imitano la scrittura a mano, oppure i font apertamente creativi: questi possono andare bene per creare un logo, per un’insegna, ma non certamente per la stampa di normali materiali pubblicitari. Questi devono infatti essere immediatamente comprensibili.

Quali sono dunque i font più leggibili? Per tanti grafici e appassionati di editoria e di design, questa prima risposta può essere banale. Ma non ci sono dubbi, tra i font più leggibili c’è il famoso Helvetica, il quale brilla per chiarezza, sobrietà e semplicità. Nato nella metà del secolo scorso, deve la sua grande leggibilità ai tratti semplici e all’equilibrio degli spazi negativi.

Altro font sans serif – e quindi senza grazie – estremamente leggibile è il Futura, nato un secolo fa in Germania e influenzato dalle teorie della celebre Bauhaus. Squisitamente geometrico, con ogni singolo carattere basato su una delle 3 forme elementari (quadrato, triangolo e cerchio), è molto utilizzato da chi cerca massima chiarezza, a partire dalle Ferrovie Italiane.

Altri font da tenere in considerazione sono Arial, Tahoma, Verdana, Times New Roman e Calibri, non a caso tutti famosissimi.