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Cambiamento climatico: ogni settore può fare il proprio compito

I cambiamenti climatici sono già enormi, e hanno già causato problemi alle più diverse latitudini. Pensiamo allo scioglimento dei ghiacci polari come a quello dei ghiacci delle nostre Alpi, o ancora, pensiamo alle tremende ed eccezionali siccità che hanno colpito il sud del mondo. Pensiamo alle estati sempre più torride che abbiamo vissuto negli ultimi anni, ai fenomeni meteorologici estremi, e via dicendo. Nella consapevolezza che il climate change è determinato dall’inquinamento della nostra società, fin dagli anni Novanta, seppur con una lentezza a volte sconfortante, gli stati di tutto il mondo mettono in campo dei negoziati per ridurre l’impatto ambientale. La prima Convenzione Onu sul cambiamento climatico risale al 1992,  con il primo storico Summit per la Terra, a Rio de Janeiro. Da lì si sono susseguite diversi vertici internazionali dell’UNFCCC. La più importante è stata probabilmente la famosa Cop21 di Parigi, ovvero la ventunesima Conferenza delle Parti di Parigi, nel 2015: da quella conferenza è infatti nato un patto climatico globale e condiviso tra 196 Paesi membri. L’obiettivo? Semplice: mantenere l’aumento delle temperature terrestri ben al di sotto di 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale.

Ridurre l’impatto ambientale per contenere il cambiamento climatico

Come frenare il cambiamento climatico? La via è solo una: inquinare meno, o meglio, smettere di inquinare. Quando si pensa al taglio dell’inquinamento si guarda solitamente subito al mondo dei trasporti, che certo, è responsabile di una buona fetta delle emissioni di gas serra, le quali provocano come è noto l’effetto serra, componente chiave del climate change. Ma dobbiamo pensare anche alle emissioni nocive degli impianti produttive, all’inquinamento causato dagli impianti di riscaldamento, e via dicendo. Il concetto è semplice: tutti inquiniamo, tutte le nostre attività hanno un’impronta ecologica più o meno importante. Si pensi allo stesso mondo della stampa. La creazione di carta può comportare la deforestazione, la stampa può usare inchiostri tossici, la stessa elettricità usata per alimentare le stampanti può essere prodotta attraverso processi inquinanti, e via dicendo. Nella consapevolezza che ogni settore, ogni azienda e ogni persona sono chiamate a ridurre il proprio impatto ambientale, da anni la nostra tipografia online ha scelto di puntare alla sostenibilità.

La scelta ecologica di Stampaindigitale.it

Abbiamo deciso di mettere a disposizione del nostro pubblico dei materiali sostenibili per la stampa. Pensiamo per esempio a chi è interessato alla stampa su materiali rigidi: con il nostro cartone Dispa si può stampare su un cartone in fibre di cellulosa al 100% riciclabile per applicazioni per l’interno, mentre per le applicazioni all’esterno è possibile scegliere il cartone Iprinto, anch’esso del tutto riciclabile. Chi ha bisogno di stampare su tessuti può optare per il tessuto ecologico prodotto con delle bottiglie in plastica riciclate (con 7 bottiglie è possibile produrre 1 metro quadrato di tessuto) e a sua volta riciclabile, stampato con degli inchiostri ecologici a base d’acqua. E ancora, nel nostro e-commerce di stampa online è possibile scegliere il canvas in cotone e poliestere totalmente riciclabile, nonché degli adesivi in poliestere anch’essi al 100% riciclabili.

Ognuno deve fare il suo: solo così si potrà effettivamente cambiare qualcosa e lasciare un mondo vivibile alle nuove generazioni, sperando che la Cop26 di Glasgow permetta di fare un ennesimo passo avanti!